Donne d’impresa, Alba Menozzi, dal cubo al pneumatico, a Bologna il sogno americano: mamma, manager, ecco la chiave del successo

di Orietta Malvisi Moretti
Pubblicato il 25 Settembre 2022 su Blitz quotidiano

Intervista Alba Menozzi Blitz

Chi l’avrebbe mai detto che quella ragazzina di 14 anni che saliva sui cubi scatenandosi ai ritmi della discoteca del sabato e della domenica pomeriggio sarebbe diventata una top manager?  Inizia da una famiglia di umili origini dove solo una ragazzina come Alba, così bella, determinata e tenace, avrebbe potuto e saputo presentarsi al titolare delle discoteche di grido del suo tempo, senza passare per agenzie o similari. Semplicemente, dicendo: ”Provami per un pomeriggio gratuitamente: posso ballare  sul cubo per fare spettacolo nella tua discoteca! Se ti sembrerò adatta, mi potrai assumere”!

Alba Menozzi oggi una top manager, nel pieno degli “anta”

Una mancata equilibratura delle ruote può compromettere il comfort alla guida, causando continue vibrazioni sul volante, che tendono ad intensificarsi con l’aumentare della velocità.
Oltre ad un maggior consumo di carburante, viaggiare con le ruote non equilibrate porta ad un’usura più veloce delle sospensioni, degli pneumatici e dei componenti dello sterzo. 

“Per 12 anni ho montato gomme amando e annusando il profumo delle stesse, con fatica e soddisfazione, racconta. Il mio fisico forte fino ai 35 anni me lo ha permesso.  Da  apprendista, poi impiegata, dopo  una dura gavetta sono riuscita, grazie ai risultati ottenuti nel mio lavoro, ad avere i più alti e ambiziosi riconoscimenti, fino a diventare una top manager in un mondo così difficile come quello dell’Automotive”.

Oggi Alba Menozzi, CEO di Bologna Gomme tiene saldamente e orgogliosamente le redini di un’azienda tipicamente maschile, riservando ancora nuove e interessanti strategie per un futuro sempre più  importante e aperto anche al femminile.

Il ruolo delle donne potrà avere un sicuro successo anche nel settore della “meccanica”, chiave la formazione.

“La formazione oggi – dice – è alla portata di tutti. Gli imprenditori dovrebbero investire su formazione personale e del proprio team, per poter conoscere e gestire al meglio le crisi e i difficili tempi che ci attendono. Il Covid ci ha insegnato molto e dovremo lavorare sui valori principale di coerenza, giustizia, rispetto, empatia ed onestà”.

Con questi principi Alba affronta ogni giorno la sua vita, anche lavorativa e già pensa di poter creare in un futuro abbastanza prossimo una vera e propria Accademia Tecnica al Femminile, dove competenza, serietà e professionalità potranno creare nuovi posti di lavoro e nuove figure professionali anche nel mondo degli pneumatici.

Come ha potuto passare dai cubi della discoteca al mondo degli pneumatici?

Sono sempre stata protagonista della mia vita fin da piccina e con questa indole ho approcciato al futuro con i miei credo che ancora mi accompagnano ogni giorno: spalle dritte, testa alta, resilienza, determinazione e sguardo curioso verso un mondo ancora tutto da scoprire.

Al compimento dei miei 21 anni divento mamma di Gabriele. Per scelta.

Nei mesi precedenti la sua nascita avevo deciso che il mio percorso all’interno del mondo “moda e spettacoli” era giunto a termine. La prima necessità, in attesa di capire cosa avrei fatto da grande, è stata quella di mantenermi autonoma economicamente tramite quello che oggi posso definire un “lavoro ancora”: avevo rilevato una piccola attività di elettronica da un amico di famiglia che si sarebbe trasferito all’estero. Per diversi mesi è stata un’ottima fonte di reddito che mi ha permesso di sentirmi realizzata anche se sentivo che non sarebbe stato il lavoro della mia vita.

E così nel 1999 arriva quello che io chiamo il “cambio di palco”: decido di chiudere la mia attività e valutare la proposta di Bologna Gomme: gestire il terzo centro appena aperto a Villanova di Castenaso. Partenza al primo anno come tirocinante, apprendistato per 6 anni e dopo di che finalmente responsabile di  negozio anche su carta. Vero è che  la partenza economica non era di certo simile a quanto già guadagnavo con la mia attività, ma avevo messo dei soldi da parte per compensare i primi mesi di lavoro.

Era la mia sfida perfetta: dimostrare che sarei riuscita a diventare il primo esempio di gestione al femminile di un settore così maschile – e allora – anche molto maschilista. Riuscire per me voleva dire non solo essere capace di farlo ma portare risultati doppi rispetto ai miei colleghi maschi. Mi ricordo ancora la prima volta dove ho aperto i portoni di quello che sarebbe diventato il mio negozio e sono stata letteralmente invasa da un profumo particolare, quello che da li in poi sarebbe diventato il mio profumo preferito: il profumo della gomma. Comunque accetto l’offerta e dopo tre anni, l’obiettivo era raggiunto. Il negozio aveva triplicato i fatturati, sia il primo margine, che il margine operativo erano i più alti fra i 3 negozi. Nessuna fattura non pagata, gli inventari erano sempre perfetti e i costi gestiti con la stessa dedizione delle vendite. Alta soddisfazione da parte dei clienti e passaparola sempre attivo. Insomma, un gioiello. Da lì in poi gli anni sono letteralmente volati.

Quali sono gli eventuali errori che non rifarebbe o da cui ha tratto il maggiore insegnamento?

Ogni errore se vissuto con il giusto approccio ci insegna sempre qualcosa di nuovo.

Se potessi usare la bacchetta magica tornando indietro cercherei di attenuare alcuni tratti narcisisti ed egocentrici della mia personalità, rispetto ad alcuni passaggi di vita fra i 20 e i 35 anni. Ricordo molto bene quando durante una lettura mi sono identificata in uno dei personaggi “cattivi” della storia e con grande chiarezza mi sono detta: io non voglio essere così. Posso essere molto meglio di così. Voglio imparare ad apprezzare il suono della voce degli altri. Voglio arricchirmi e nutrirmi dei pensieri altrui. Voglio entrare in empatia con il prossimo e parlare la sua lingua. Era il momento di abbandonare “il protagonismo da palco” per iniziare un nuovo percorso di vita: quello della condivisione. Questo è quello che ho detto alla mia analista di allora quando ho deciso di potenziare il lavoro su me stessa per cambiare.  E anche qui devo dire obiettivo raggiunto.

Carriera e famiglia Oneri ed onori. Come conciliare la vita lavorativa con quella privata?

A Bologna si usa dire “un mazzo tanto”. Tradotto: una gran fatica. Ma ne vale decisamente la pena. Credo che i sensi di colpa siano stati per diversi anni i miei peggiori compagni di avventura. Quando lavoravo molto avrei voluto dedicarmi di più a mio figlio e mio marito e quando mi dedicavo alla famiglia ero preoccupata per l’andamento del  lavoro. In diverse occasioni mi davo la colpa se qualcosa non andava per il verso giusto. Insomma talvolta mi rimproveravo perché non riuscivo ancora a “clonarmi”.

Ma guardando verso il passato ora è tutto molto più semplice di come lo vivevo. Sono stata una brava persona che ha fatto del suo meglio per ottenere buoni risultati come mamma, moglie, figlia, sorella e lavoratrice. Sono fiera e orgogliosa di portare come esempio un legame sentimentale di quasi 25 anni, intenso come il primo giorno, con mio marito e socio Nello. Di essere mamma di un figlio meraviglioso Gabriele di 25 anni che lavora in azienda da 9 anni. Di essere sorella di una ragazza straordinaria Beatrice 29 anni, prima “store manager” di uno dei nostri centri, che lavora in azienda da 10 anni. Di essere ancora e spero per tanto tempo figlia di Mamma Tania che segue le pulizie dei nostri centri e Papà Gianni che si occupa delle varie manutenzioni edili. Ma soprattutto fiera di essere la nuora da 25 anni di mio suocero Pasquale che dal cielo, sono certa sia molto orgoglioso dei nostri risultati.

E così i sensi di colpa ora sono un ricordo molto lontano.

Sui social ha fatto scalpore il fatto che lei ha  potuto inserire nel suo organico una donna, senza esperienza e perché la potesse fare. Forse si è quindi specchiata in questa ragazza in difficoltà?

No. Non credo. Io non mi sono mai trovata in una situazione di simile difficoltà. Melissa aveva ed ha un percorso di vita molto particolare. Fin da giovanissima ho sempre avuto ben chiaro che l’indipendenza economica fosse la chiave per poter essere libera di scegliere autonomamente la mia strada verso la felicità e la soddisfazione, con il “potere” di rinunciare a tutto quello che potesse essere un ostacolo alla mia serenità. Ho semplicemente e concretamente voluto aiutare una persona in difficoltà a riappropriarsi della propria autonomia economica per avere la possibilità un domani di poter prendere le proprie scelte.

Cosa si  aspetta ancora dalla vita e quale consiglio può  dare ad una giovane che non sa come cominciare la propria  esperienza lavorativa?

A 46 anni ho realizzato tutti i sogni più importanti della mia vita: diventare ed essere una buona mamma senza dare mai per scontato l’amore per mio figlio, vivere una relazione d’amore autentica e appassionata ogni giorno senza cadere nella tentazione del buttare via piuttosto che dell’aggiustare, essere una brava figlia per i miei genitori cercando di mantenere un legame costante godendo della loro presenza, avere un legame solido ed essere un riferimento per la mia amata sorellina che è per me come una figlia.

E per ultimo, ma non di certo il meno importante, il sogno di essere riuscita ad arrivare alla gestione dell’impresa come Amministratrice Delegata, sbaragliando letteralmente la concorrenza. Da adesso in poi, nel rispetto di quanto la vita mi ha già donato, non parlo più di sogni ma di una grande spinta motivazionale nel raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi. E perché no? Se possibile aiutare chi deve ancora raggiungere i propri obiettivi e realizzare i propri sogni.

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